TANG SU DO
HAK WON
KARATE COREANO

EDUCATE IL CORPO CON LA MENTE
PLASMATE LA MENTE CON LO SPIRITO

ARTE MARZIALE

Il Tang Su Do è un’espressione del Bu-Do tradizionale e affonda le radici nelle filosofie del Taoismo e del Buddismo.
Il Gran Maestro Roberto Daniel Villalba (8°Dan) lo introduce in Italia nel 1977 e fissa nel Hak Won la propria impronta stilistica, insieme ai suoi collaboratori più stretti. Attualizzazione ed evoluzione rese possibili dalla sinergia tra studi approfonditi ed esperienza pluridecennale di insegnamento.

I principi fondanti sono l’educazione alla non-violenza, la ricerca della salute nel binomio corpo-mente, il servizio verso il prossimo, la mutua amicizia, la coscienza e consapevolezza dei comportamenti, la cultura degli insegnamenti tradizionali.

La pratica inizia dal corpo (Wai-Kung: lavoro esterno) per poi equilibrare la mente (Nei-Kung: lavoro interno) e risalire fino allo spirito (Shim-Kung: lavoro spirituale).

Il Tang Su Do Hak Won, affiliato allo CSEN, diffonde attivamente i propri principi in Italia e all’estero.

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CORSI

ALBANO LAZIALE (RM)
  • A. S. Ok Club - Via pantanelle 9A 00041 Cancelliera, Albano Laziale (RM)

  • Istruttore Davide Croce (4° Dan)
  • (+39) 324 7971970
  • davide.croce@yahoo.it
BAGNOLO IN PIANO (RE)
  • Via Gonzaga - Bagnolo in Piano (RE)

  • Maestro Massimiliano Olivi (4° Dan)
  • (+39) 335 7010847
  • tsd.bagnolo@olivimassimiliano.it
BRESCIA (BS)
  • Palestra riabilitativa Dynatek - Viale Italia, 13/A, Brescia (BS)

  • Istruttore Marco Allevi (2° Dan)
  • (+39) 335 6341880
  • tangsudobrescia@gmail.com
CAPANNELLE (RM)
  • Via del Calice, 34 00178 Roma(RM)

  • Maestro Lucio Agostini (4° Dan)
  • (+39) 329 8512476
  • lucioagostini@yahoo.it
FRASCATI (RM)
  • Istituto Salesiano Villa Sora, Via Tuscolana, 5, 00044 Frascati (RM)

  • Maestro Luca Spagnoli (5° Dan)
  • (+39) 366 5620974
GARBATELLA (RM)
  • Istituto Scolastico "Vincenza Altamura" - via David Salinieri, 5.

  • Istruttore Mattia Mecozzi (2° Dan)
  • (+39) 349 3553553
  • tangsudo.hakwon@gmail.com
GARFAGNANA (LU)
  • Garfagnana

  • Marco Schutzmann (2° Dan)
  • (+39) 340 1532137
  • marco.schutzmann@gmail.com
GROTTAFERRATA (RM)
  • “DOMENICHINO ZAMPIERI” Via vecchia di Marino 3, 00046 Grottaferrata (RM)


  • Istruttore Sabrina Moccia (2° Dan)
  • (+39) 328 8929710
  • tangsudo.hakwon@gmail.com
MILANO (MI)
  • CSA Baraonda, Via Pacinotti , 13 - Milano(MI)

  • Istruttore Andrea Marrapodi (2° Dan)
  • (+39) 328 3555523
  • kivs80@yahoo.it
PALESTRINA (RM)
  • Club Augusto Calabresi Centro Fitness e Wellness - Via Delle Piagge, 92 - Palestrina(RM)

  • Maestro Emanuele Soldati (4° Dan)
  • (+39) 06 47548569
  • (+39) 338 8310262
  • emanuele.soldati@gmail.com
ROCCA DI PAPA (RM)
  • IC "Leonida Montanari" - Via Cesare Battisti, 14, 00040 Rocca di Papa (RM)

  • Maestro Franco Di Giammarco (4° Dan)
  • (+39) 392 1648840
  • franco.digiammarco@virgilio.it
ROCCA PRIORA (RM)
  • Via dei Campi Sportivi, 1 00079 Rocca Priora (RM)

  • Maestro Azzurra Troiani (4° Dan)
  • (+39) 366 4139188
  • troiani.azzurra87@gmail.com

  • Istruttore Damiano Emili (3° Dan)
  • (+39) 338 3590522
  • asdmstrp.roccapriora@gmail.com
RUBIERA (RE)
  • Komodo Pleasure Center / Via per San Faustino, 5 - Rubiera (RE)

  • Maestro Carlo Borghi (5° Dan)
  • (+39) 348 7313374
  • tangsudo@gmail.com
SANT'ANGELO IN VADO (PU)
  • Via Matteo Grifoni - Sant'Angelo in Vado (PU)

  • Alessandro Aloigi (1° Dan)
  • (+39) 338 1402336
  • aloigi2@virgilio.it
TOR BELLA MONACA (RM)
  • Oratorio Chiesa Santa Rita Da Cascia. Via Acquaroni 71, Roma(RM)

  • Istruttore Danilo Lazzarini (3° Dan)
  • (+39) 340 3696493
  • danilofly@tiscali.it
VALENTIN ALSINA (ARG)
  • "Club Estrella Del Oriente" Directorio 580, B1824 Valentín Alsina, Provincia de Buenos Aires, Argentina

  • Istruttore Ruben Marzano (2° Dan)
  • (+54) 9 11 5501-9615
  • rubenpuentemarcial@gmail.com

PUBBLICAZIONI

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TANG SU DO
vol.1


Le origini, le tecniche e la filosofia del Tang Su Do sono poco conosciute nel nostro Paese. Pertanto gli autori, analizzandone i molteplici aspetti, si propongono in queste pagine di chiarire o far conoscere quest'antica ed ancora tradizionale arte marziale coreana.

I diversi argomenti trattati, quali la storia della Corea, le origini delle arti marziali, i suoi fondamenti filosofici, la spiritualità e la pratica, le vicende politico-sportive, e la dettagliata spiegazione della parte tecnica, permettono al lettore di acquisire una visione globale ma al contempo approfondita del Karaté Coreano.

Il testo è arricchito da oltre 500 fotografie e disegni che lo rendono adatto sia come manuale per i praticanti, sia come testo di «presentazione» al grande pubblico. Il volume risulterà sicuramente interessante a tutti gli appassionati di arti marziali, e in particolare a quanti praticano Karaté, Kung Fu e Tao Kwon Do.


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TANG SU DO
vol.2


Il Kata rappresenta la sublimazione del movimento contenuto nella tecnica delle arti marziali.

La sua ripetizione fino all'automatismo, fino a divenire tutt'uno con esso, fa del praticante un ricercatore della perfezione.

In questo senso, le «forme» dal Tang Su Do possono essere definite una «via esoterica», un modo per scoprire e realizzare l'assoluto che è in noi, rendendo nuovamente «uno» il molteplice.

L'Autore offre una spiegazione ampia e approfondita del Kata nelle Arti Marziali e nel Tang Su Do in particolare. Ne traccia una storia e ne spiega i significati fino ai diversi livelli di comprensione.

Il testo passa quindi ad illustrare, con l'ausilio di 440 fotografie, l'esecuzione tecnica dei Kata e le sequenze di movimenti che li costituiscono.


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BU-DO ESOTERICO


Nel pensiero dei maestri fondatori - Kano in primis - il Bu-do è per tutti, va diffuso come cultura popolare. Infatti, se si aspira ad una società migliore, il Bu-do nelle sue varie forme dovrebbe essere insegnato innanzitutto ai giovani, situandosi al di sopra d'ogni diversità culturale, generazionale, confessionale, economica.
Il Bu-do moderno si propone come una Via educativa per la vita, un metodo psico-fisico articolato in tre livelli facoltativi e in tre tappe obbligatorie per ciascun livello.
Ogni genuina specialità del Bu-do accredita la conoscenza, coniata dal taoismo classico, dei tre lavori tipici che configurano il do: il lavoro esterno {wai kong), il lavoro interno {nei kong) e il lavoro spirituale (shen kong), impegni personalissimi che segnano livelli di conoscenza e di essere. Livelli facoltativi, perché scelti secondo aspirazione o vocazione, ma possibili d'essere effettivamente conquistati secondo la propria capacità e destino, ovverosia secondo volontà cosciente. Le tappe obbligatorie per ciascun livello si riepilogano nel paradigma metodologico chiamato shu-ha-ri. Per chi intraprende un'arte marziale, la conoscenza "interna" proviene da altri: da quelli che sanno; in ciò non differisce dall'istruzione "esterna"; tuttavia si coltiva con uno sforzo d'interiorizzazione unicamente personale. Sforzo - o lavoro - che si realizza sintetizzando la conoscenza ricevuta dal maestro con le intuizioni apportate dal proprio sguardo interiore; sforzo che prosegue con l'autocritica di ciò che si è e finisce con la conoscenza di ciò che consapevolmente si può diventare.


CAPOSCUOLA

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TANG SU DO HAK WON
Accademia fondata dal Caposcuola (Kwan Chang Nim) Gran Maestro Roberto Daniel Villalba (1950-2021)

CONSIGLIO DIRETTIVO

  • M. Carlo Borghi (5° Dan)

    Presidente e referente nazionale

  • M. Luca Spagnoli (5° Dan)

    Vicepresidente

  • Istr. Gianluigi Ilardi (3° Dan)

    Segretario

ESAMI DI PASSAGGIO CINTURA

  • M. Azzurra Troiani (4° Dan)

    Responsabile

  • Istr. Sabrina Moccia (2° Dan)
  • Istr. Mattia Mecozzi (2° Dan)
EVENTI DIMOSTRATIVI

  • Istr. Davide Croce (4° Dan)

    Responsabile

  • Istr. Alessio De Fusco (3° Dan)
  • Istr. Damiano Emili (3° Dan)
MEDIA

  • Istr. Simone Mecozzi (3° Dan)

    Responsabile

  • M. Alberto Accorsi (4° Dan)
  • Silvia Vaccari (2° Dan)
  • Damiano Mancini (1° Dan)
  • Ombretta Blasucci (1° Dan)
  • Lorenzo Angelaccio (1° Dan)
  • Valentino Buccieri (1° Dan)
SAFEGUARDING

  • M. Emanuele Soldati(4° Dan)

    Responsabile

SEDE ARGENTINA

  • Istr. Ruben Marzano (2° Dan)

    Responsabile

ALBO DEI MEMBRI DAN QUALIFICATI E RICONOSCIUTI

KODANSHA

  • 5° Dan (054AM) M. Luca Spagnoli
  • 5° Dan (114AM) M. Carlo Borghi
  • 4° Dan (005AM) M. Carlo Mattei
  • 4° Dan (026AM) M. Alberto Accorsi
  • 4° Dan (027AM) M. Franco Di Giammarco
  • 4° Dan (055AM) M. Emanuele Soldati
  • 4° Dan (139AM) M. Massimiliano Olivi
  • 4° Dan (178AM) M. Lucio Agostini
  • 4° Dan (187AM) M. Azzurra Troiani
YUDANSHA

  • 4° Dan (189AI) I. Davide Croce
  • 3° Dan (153AI) I. Gianluigi Ilardi
  • 3° Dan (174AI) I. Claudio Rossi
  • 3° Dan (195AI) I. Simone Mecozzi
  • 3° Dan (208AI) I. Danilo Lazzarini
  • 3° Dan (224AI) I. Damiano Emili
  • 3° Dan (226AI) I. Alessio De Fusco
  • 2° Dan (203A) I. Marco Allevi
  • 2° Dan (207AI) I. Mauro Corradini
  • 2° Dan (209AI) I. Andrea Marrapodi
  • 2° Dan (222AI) I. Sabrina Moccia
  • 2° Dan (228AI) I. Mattia Mecozzi
  • 2° Dan (255AI) I. Marzano Ruben
  • 2° Dan (180A) Diego Alejandro Barrera De Nicola
  • 2° Dan (230A) Marco Schutzmann
  • 2° Dan (235A) Igor Romei
  • 2° Dan (237A) Sandro Vescovi
  • 2° Dan (238A) Alessandro Fato
  • 2° Dan (242A) Andrea Olivi
  • 2° Dan (246A) Silvia Vaccari
  • 2° Dan (253A) Claudio Raffele Cenciarelli
  • 1° Dan (194A) Lea Stella Valeriani
  • 1° Dan (232A) Alessandro Aloigi
  • 1° Dan (249A) Davide Santillo
  • 1° Dan (250A) Damiano Mancini
  • 1° Dan (256B) Ombretta Blasucci
  • 1° Dan (258B) Raffaele Rossi
  • 1° Dan (259B) Lorenzo Angelaccio
  • 1° Dan (260B) Alex Gradellini
  • 1° Dan (261B) Roberto Giovenco
  • 1° Dan (262B) Valentino Buccieri

千里の道も一歩から
[Senri no michi mo ippo kara]


Letteralmente: anche una strada di mille ri comincia da un passo. Anche un viaggio lungo mille miglia comincia con un passo*.

Anche il più lungo cammino inizia con un piccolo passo, recita l’antico proverbio. Per chi, come noi, pratica le Arti Marziali Orientali il cammino è identificato con il “Do”, la via al perfezionamento interiore: nello specifico il Bu-Do (武道, Mu Do in coreano), la Via Marziale.

Metaforicamente potremmo dire che il primo passo lungo il cammino del Tang Su Do consiste in un Hadan Maki (parata bassa). Chiedete a un Dan, a un Istruttore, a un Maestro quante volte hanno eseguito questo gesto … centinaia, migliaia, decine di migliaia? Eppure, per chi sa “sentire”, ogni ripetizione porta con sé il piacere di riattualizzare, di dare nuova vita e forma a un gesto antico, che travalica le generazioni così come le latitudini, che riscopriamo e salutiamo ogni volta come si farebbe con un vecchio amico.

Nell’esecuzione corretta di un gesto così semplice (la prima cosiddetta “tecnica” che si insegna al principiante) si mette già in atto gran parte dell’insegnamento tecnico del KaraTe (Tang Su) e, contestualmente, del suo significato più profondo: ricercando la precisione del gesto, controllando l’energia applicata, verificando la tensione e la distensione muscolare, applicando l’intenzionalità, sfruttando il tempismo, mettendoci la giusta grinta, regolando la respirazione, mantenendo l’equilibrio e così via ci si avvicina progressivamente all’ideale unione corpo/mente/spirito che sta alla base di tutte le forme di Bu-Do tradizionale; la ricerca di questa unione per il beneficio personale e collettivo è il fondamento filosofico del nostro Hak Won: ereditato dal Taoismo, che pur si avvale di altri mezzi per raggiungerlo, e filtrato attraverso il setaccio della pratica centenaria dell’Arte Marziale Orientale.

È evidente come questo significhi abbracciare un paradigma completamente diverso da quello proposto dallo sport in generale e dagli sport di combattimento in particolare: senza questa consapevolezza la parata, così come qualunque altra tecnica, si riduce al mero gesto tecnico, atletico, mirato alla ricerca della performance fine a sé stessa; in questo modo si perde di vista un aspetto fondamentale dell’Arte: l’energia profusa nella ricerca del perfezionamento esteriore è il primo carburante necessario per innescare il processo ricorsivo che, in un gioco dinamico e sinergico tra lavoro interiore ed esteriore, porta il praticante a raggiungere progressivamente superiori livelli di comprensione, tanto nel Bu-Do quanto nella vita. Una ricorsività che tuttavia non è mai ripetizione dell’identico, bensì continua evoluzione, ed è ben simboleggiata da una spirale tridimensionale, non a caso scelta come immagine rappresentativa del cammino del Bu-Do dal Chong Nye Nim nel suo “Bu-Do Esoterico”.

Se questo non è compreso, e applicato, ecco che l’ideale di Via, “Do”, come cammino di crescita individuale e collettiva viene meno: così come si può smarrire il sentiero in un bosco, il praticante che non ha acquisito questa consapevolezza perde il riferimento interiore che lo guida nel Bu-Do; al contempo, nel caso abbia ruolo di insegnante, non sarà in grado di passare agli allievi questa fondamentale verità né tantomeno educarli ai valori e ai principi che essa porta con sé: questo significa irrimediabilmente, anche se spesso inconsapevolmente, la rinuncia al “Do” e al suo messaggio profondo. Il Chong Nye Nim Roberto Daniel Villalba ci ammoniva spesso su questo, ci ricordava quanto frequentemente questa rinuncia più o meno consapevole sia avvenuta nel panorama delle Arti Marziali e ci metteva in guardia ricordando le parole del grande Maestro di Judo Cesare Barioli, che distingueva categoricamente il Ju-Do dal Ju-Sport. L’esperienza di decenni, poi, ci ha confermato di prima mano come la mancanza dell’a spetto interiore (Nei) porti inevitabilmente, nel corso del tempo, a un significativo impoverimento dell’efficacia nella pratica esterna (Wai).

I quattro Pavyi Cho (la cui traduzione può essere resa come “roccia fondamentale”) sono stati costruiti e sistematizzati dal Chong Nye Nim Villalba e sono impiegati nel nostro Hak Won in sostituzione dei precedenti tre “Ki Cho”, che qualcuno sicuramente ricorda; analoghi a questi ultimi nella funzione, i Pavyi Cho sono in realtà di sostanza diversa.

Entrambi i gruppi di esercizi, che potremmo chiamare “proto-forme” in quanto non propriamente “forme tradizionali”, sono schemi (patterns) mirati ad insegnare ai principianti le tecniche di base in spostamento dinamico lungo diverse direzioni. A differenza dei predecessori, però, i Pavyi Cho hanno una superiore efficacia didattica grazie alla loro organicità e completezza: nell’esecuzione della serie intera si praticano le 18 forme base di braccia sfruttando le tre posizioni fondamentali: Ciongul (postura della Tigre), Sakolip (postura del Bue) e Hugul (postura del Gatto). Questa non è una differenza da poco e ci fa capire l’amore del Maestro per le cose ben fatte: non in rottura con la tradizione, questo è certo, ma con misura e ponderazione: integrando, modificando, a volte sottraendo al fine tanto di perfezionare l’Arte quanto di rendere più efficiente il processo di trasmissione della preziosa conoscenza.

Il Maestro ci ha lasciati lo scorso 4 febbraio, un anno fa: ma non ci ha lasciati soli! Sicuramente sono vivissimi in molti di noi i ricordi personali di tante ore passate insieme a discutere di Arti Marziali e non solo, a fare progetti, a scontrarsi con l’ottusità della burocrazia che ostacolava la nostra vita associativa: soprattutto a confrontarsi su come “risalire la corrente come i salmoni” per cercare nella tradizione le chiavi perdute per poi sottometterle alla prova della verità applicativa, in un continuo ricercare che risuona del classico adagio “la meta è il cammino”.

Al di là di questo c’è in ogni caso il patrimonio di conoscenza che ci ha lasciato: nei suoi scritti, nei suoi insegnamenti: in ultima analisi con l’eredità tecnica e filosofica del Tang Su Do Hak Won, che oggi è la più pura espressione del lavoro di una vita di sincero ricercatore delle Arti Marziali. Sia chiaro: i Pavyi Cho non sono la manifestazione più avanzata e ardita della sua opera, ma sono appunto le solide fondamenta su cui tutta l’imponente architettura si appoggia senza timore.

Oggi la sua eredità risiede nelle nostre mani e in quelle dei nostri allievi, a cui un giorno passeremo il testimone. L’aver in parte contributo a questa conoscenza, cosa di cui dobbiamo essere giustamente orgogliosi, non ci fa però dimenticare la delicatezza dei compiti che il Bu-Do ci ha assegnati: preservare l’insegnamento ricevuto e allo stesso tempo continuare lungo il percorso di ricerca con gli strumenti di cui il Chong Nye Nim ci ha per primo dotati.

Per concludere, credo che se dovessi scegliere il ponte ideale, metaforico, per rappresentare questo continuo scambio di conoscenze ed energie tra il vecchio e il nuovo, tra il Maestro e l’allievo, questo sarebbe proprio il Pavyi Cho Il Bu, il primo, che – guarda un po’! – ha inizio con una parata bassa.

Tang Su!

M° Carlo Borghi – Presidente Tang Su Do Hak Won


*la versione originale del proverbio si deve al filosofo cinese Laozi (o Lao Tzu) 老子, considerato il fondatore del Taoismo.

ACCETTO